Forse questa newsletter dovrebbe sempre cominciare in medias res, perché scrivere due righe di introduzione è più impegnativo che scrivere tutto il resto.
Prima pagina: l’Inter ha vinto il Derby
Che bella l’atmosfera Derby, sempre, anche se forse a Milano più che in qualunque altra parte d’Italia lo spettacolo sugli spalti durante questa partita regala grandi emozioni e scene indimenticabili.
Un Derby di Milano che per la prima volta dopo anni è tornato ad avere rilevanza ai piani alti, e non più solo per la gloria cittadina. Una partita intensa e divertente, che non ha tradito le attese, forse un po’ le aspettative dei milanisti.
L’inter ha meritato la vittoria e se l’è presa di cattiveria, nonostante quel lasso di tempo a cavallo tra i due tempi avrebbe forse potuto invertire la rotta di una partita altrimenti in una sola direzione. Il Milan, come le è successo spesso in queste ultime settimane, non ha girato ed è sempre mancato nei suoi uomini principali: Theo, Calha e Ibra sono apparsi ancora spenti, e senza di loro la squadra non è in grado di esprimersi ad alti livelli. Le individualità nerazzurre si sono rivelate ancora una volta decisive e la squadra sta ora dimostrando a pieno tutto il suo potenziale. Se, come dicevamo, non hanno brillato le stelle del Milan, tutti e 11 i giocatori dell’Inter hanno giocato una partita quasi perfetta, con picchi altissimi: Handanovic, Hakimi, Barella, Eriksen, Lautaro e Lukaku su tutti. Al netto di tutti gli scongiuri dei tifosi, è ora la squadra di Conte la favorita al titolo e solo lei stessa può perderlo.
Nota positiva: abbiamo visto nel post partita sorridere due uomini la cui faccia sembra invece quasi sempre in lutto, Conte ed Eriksen. Anche questo è un segnale positivo e importante.
Nota negativa: Alessio Romagnoli. E’ ormai da parecchio tempo che il centrale romano si sta esprimendo a livelli davvero bassi - e non solo per il gol di Lukaku, che non prenderei come esempio - solo l’ombra sbiadita del leader che era diventato. Sicuramente il più in difficoltà della squadra, sta fortemente rischiando anche il suo posto agli Europei.
Rassegna:
-Luna Rossa in Coppa America
L’imbarcazione italiana ha dominato il duello contro i britannici della Ineos, vincendo anche le ultime 2 regate nella notte tra sabato e domenica portando così il risultato sul 7-1, e grazie a questo meritato successo e alla conseguente vittoria della Prada Cup, Luna Rossa sarà ora lo sfidante di Team New Zealand per la seconda volta nella storia della America's Cup: era successo nel 2000, proprio a Auckland, quando la barca italiana si era meritata il soprannome di Silver Bullet.
La Coppa America si svolgerà in acque neozelandesi tra il 6 e il 15 marzo.
-Mondiali di sci Cortina 2021
Una medaglia in meno (un bronzo) rispetto al 2019, due in più rispetto al 2017, sesti nel medagliere. Anche se caratterizzato dalla grave perdita di Sofia Goggia, è stato un Mondiale nel quale abbiamo sprecato (il gigante donne rimarrà l’inatteso buco nero) e presentato atleti in calo di forma (Federica Brignone su tutti). Più in generale, continuiamo ad avere una competitività alterna: a fianco di eccellenze ci sono tante zone d’ombra e buchi di troppo.
La nota più positiva l’oro di Marta Bassino nel parallelo che ha lanciato il primo salvagente a un’Italia che rischiava lo psicodramma di un Mondiale in bianco. Ma in realtà da Marta ci si aspettava di più, ovviamente a partire dal “suo” gigante (del quale ha ipotecato la Coppa del Mondo): si sospettava che fosse in calo di forma e la pista l’ha purtroppo confermato.
-Il resto del Calcio
Si sono giocate, come al solito, un sacco di partite in tutto il mondo: in Serie A il Napoli continua a inanellare una prestazione pessima dopo l’altra (nonostante un barlume, seppur fittizio, di speranza ad inizio ripresa) ma un’Atalanta che quando vuole diventa ingiocabile per tutti. Poco altro da segnalare, se non l’imminente esonero del povero Di Francesco - che con il Cagliari non vince da 16 partite - probabilmente sostituito da Semplici e la prima giornata nella Storia della Serie A in cui tutte e 10 le partite si sono giocate ad orari diversi. Siamo figli del capitalismo.
In Liga, l’Atletico di Simeone sta dilapidando tutto il vantaggio precedentemente accumulato con una serie di prestazione orrende e presto verrà rimontato dal Real, in Premier Guardiola ha vinto di nuovo il titolo e Klopp ha perso ancora, stavolta contro l’ottimo Everton di Ancelotti, a sorpresa sconfitte PSG e Bayern Monaco e gol pazzesco di Halaand. Balotelli ha segnato il suo secondo gol con la maglia del Monza.
Si è giocata settimana scorsa e si giocherà questa settimana la Champions League: la prestazione della Juventus è stata talmente brutta che è difficile da commentare, Lazio e Atalanta sono ora attese da due sfide durissime ma davvero affascinanti. Attenzione alla Dea, che ha tutte le carte in regola per provare l’impresa.
-NBA: vincono Melli e Gallinari
Nella notte NBA - di cui non parliamo mai fino ai playoff perché la Regular Season è troppo lunga e poco emozionante - bene entrambi gli Italiani che con le loro prestazioni hanno aiutato rispettivamente New Orleans e Atlanta a vincere in rimonta.
Ora che la rileggo effettivamente non proprio una notizia bomba.
Atleta della Settimana: Novak Djokovic
Non so spiegare bene perché, e non sono neanche sicuro che sia vero, ma Djokovic non mi è mai stato molto simpatico (e in realtà un po’ mi dispiace non avendomi fatto niente ed essendo troppo forte per non avere quasi mai nessuno dalla sua parte - tranne i Serbi, va be), quindi un po’ mi pesa assegnargli questo titolo. Ma sportivamente parlando ha fatto un capolavoro, vincendo l’ennesimo Australian Open della sua carriera - il nono, 18esimo slam - giocando un tennis a tratti disarmante nonostante gli acciacchi. La finale con Medvedev è stata senza storia dall’inizio alla fine in maniera per certi versi sorprendente. Il dato più impressionante da segnalare è la trasformazione del servizio di Djokovic, un colpo con cui ha sempre faticato e che ha provato a modificare più volte nell’arco della sua carriera sempre senza risultati, e che ora all’età di 33 anni sembra aver perfezionato grazie a un lavoro costante (la stessa mentalità che gli ha permesso, così come a Federer e Nadal, di restare in cima per tutto questo tempo).
Il Serbo batterà il record di longevità al primo posto della classifica Atp che appartiene ancora a Federer, essendo rimasto in testa ormai per 310 settimane, mentre Medvedev è salito ora al 3° posto in classifica.
Menzione d’onore: Aslan Karatsev. Il tennista Russo, sconosciuto ai più, ha giocato un torneo spettacolare con dei picchi di forma devastanti, arrendendosi solo in semifinale a Djokovic, al termine comunque di una partita giocata a testa altissima. E’ il primo tennista nella storia a raggiungere la semifinale di uno Slam alla prima partecipazione ed era doveroso premiarlo.
Lo scemo della settimana: Gian Piero Gasperini
Devo dire che gli allenatori esagitati stanno iniziando a rompere veramente i coglioni. Si può anche essere partecipi e dentro la partita senza sfociare sempre nella pazzia: Gasperini, Conte, Inzaghi e tanti altri dovrebbero iniziare a darsi una calmata. Ogni decisione dell’arbitro è contestata con veemenza come fosse tutto un sistema di cui sono vittime, e puntualmente vengono espulsi - grazie al cielo, ma ad un certo punto bisognerebbe anche squalificarli per periodi più lunghi. Stavolta è toccato a Gasperini che con una scenata da “L’esorcista” ha fatto notare all’arbitro che secondo lui un contatto precedente su Pessina fosse rigore - che tra l’altro rimane un episodio dubbio anche con le immagini al rallentarore, quindi immaginate la difficoltà di fischiarlo in diretta. Il tutto si fa ancora più paradossale quando si pensa che questi signori appena citati allenano squadre che vincono quasi sempre. Basta.
Con questa simpatica freddura vi saluto.
A settimana prossima!